Autore: Dipendenti in Cloud
Il sistema di rimborso forfettario consiste nel versamento di una somma a forfait al tuo dipendente o collaboratore per ogni giorno di trasferta effettuato. Potresti preferirlo agli altri sistemi perché l’assenza di documenti da conservare ti consente una gestione rapida e pratica dei rimborsi per trasferta dipendenti. Eccoti tutti i dettagli sul funzionamento di questo tipo di rimborso spese e sul regime fiscale applicabile ai lavoratori.
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Si tratta probabilmente del sistema di rimborso più snello dal punto di vista amministrativo non essendoci documenti da analizzare ed archiviare. Il lavoratore non deve, infatti, fornirti alcuna ricevuta delle spese di vitto e alloggio sostenute. Il funzionamento di questo sistema di rimborso è davvero semplice: per ogni giorno di lavoro fuori sede dovrai pagare al tuo dipendente l’indennità di trasferta (o diaria), ovvero una somma di importo predefinito, che andrà inserita direttamente in busta paga. L’importo previsto è giornaliero: non dipende, cioè, dalla durata effettiva della trasferta ed è quindi dovuto per intero anche se lo spostamento del lavoratore dovesse durare poche ore. Riguardo alla definizione della somma da versare come indennità di trasferta, l’importo minimo è stabilito dai contratti collettivi nazionali di lavoro (gli accordi, a livello nazionale, tra rappresentanti dei lavoratori e aziende). L’importo massimo invece, può definirlo liberamente il datore di lavoro.
Un’importante precisazione: l’indennità di trasferta versata per il rimborso spese forfettario dipendenti include solo le spese di vitto e alloggio. È comunque possibile aggiungere all’indennità di trasferta anche il rimborso delle spese di viaggio e trasporto (sia tramite restituzione del costo di treni, aerei, taxi ecc., che nella forma del rimborso chilometrico, di cui ti parleremo nel capitolo 5).
La tassazione dei rimborsi forfettari versati al lavoratore varia a seconda del luogo di trasferta:
Le spese di viaggio e trasporto eventualmente rimborsate in aggiunta all’indennità forfettaria, purché analiticamente documentate, non sono tassate (per trasferte sia dentro che fuori dal Comune). Ulteriori rimborsi aggiuntivi, di qualsiasi altra natura, documentati o no, saranno invece pienamente tassabili.
Nella tua azienda, hai fissato a 60 euro il rimborso spese forfettario per le trasferte extracomunali in Italia. Il dipendente che riceve il rimborso per un giorno di trasferta vedrà tassati in busta paga solo 13,52 euro, ovvero la differenza tra quanto ricevuto (60 euro) e il limite legale (46,48 euro). Se lo stesso dipendente ricevesse anche il rimborso spese di viaggio, poniamo ad esempio 40 euro per il biglietto del treno, questa somma sarebbe interamente esente, se documentata. Ecco una tabella riassuntiva degli importi tassabili e quelli esenti:
Passiamo ora al secondo sistema che la legge mette a tua disposizione per rimborsare le spese di trasferta ai tuoi dipendenti e collaboratori: il rimborso spese analitico (o rimborso a piè di lista). Nel prossimo capitolo ti spieghiamo come funziona e come viene tassato.